
FAMIGLIA
Per non commettere errori ermeneutici, è necessario comprendere che “ l’ essere umano” è la somma di biologia ( natura) e cultura ( ambiente) .
L’ umano possiede un istinto che l’animale non ha (oltre ai quattro descritti da Lorenz): la creatività intelligente. Gli uomini sono degli animali molto evoluti.
La creatività costituisce parte fondamentale della cultura.
Quando noi parliamo di famiglia, dobbiamo intenderci su “ quale famiglia”, perché il concetto e le caratteristiche della stessa devono essere contestualizzati , essendosi evoluta enormemente.
Un conto é la famiglia “ romantica”, un conto è la famiglia contemporanea, legata alle esigenze e alla cultura odierna. Il focus paradigmatico, quando si parla di famiglia, è l’ amore.
L’amore, generalmente, nasce dall’ eros, dalla libido , dall’ attrazione istintuale. Sesso e cibo sono due “ necessità obbligate ”, inalienabili all’ essere umano , fino ad oggi. L’ eros approda all’ affetto , al “ volersi bene”, motore della relazione, che è e deve essere al centro della famiglia. Una relazione che pre-vede un progetto condiviso di vita, sostenuto dalla
responsabilità del vincolo relazionale paritetico e un impegno genitoriale nei ruoli.
Senza questa prospettiva, non c’è famiglia.
La famiglia nasce non per “ diritto naturale “, ma si costituisce nel corso dell’evoluzione sociale umana come “ istituto culturale ”. Come tale è in evoluzione costante, in cammino.
La relazione, base fondante la famiglia, non è ancorata al genere, al maschile e al femminile.
Questa visione, questo sentire, questo senso comune sono invalsi fino all’ esprimersi della “ famiglia romantica”, in quanto il generante è stato l’ utero materno . Perciò nella famiglia dei generi si compiva la trasmissione dei caratteri della specie umana e peculiari “geneticamente “ di “quella famiglia”.
L’ evoluzione culturale e la scienza ( procreazione medicalmente assistita/PMA) lentamente,
ma inesorabilmente , stanno erodendo la funzione dei generi , ponendo al centro della famiglia
i ruoli , vale a dire : “ il saper fare ” da mamma e da papà.
La scienza e la prassi , oramai consolidata , ci spiegano che il ruolo in famiglia non è necessariamente legato al genere, come affidatoci dal “ senso comune”, ma insiste nella
personalità di ogni individuo , sia maschio che femmina.
Gli psicologi affermano, infatti, che i ruoli del “ padre “ e della “madre” , si estrinsecano automaticamente anche nelle coppie omosessuali.
Le caratteristiche del maschile e del femminile insistono, infatti, in ogni individuo, indipendentemente dal genere.
Il focus ,quindi, non sta né nel ruolo, o meglio nei ruoli, né nei generi, ma nei diritti del minore ad avere “un padre e una madre”, che siano competenti a svolgere la funzione genitoriale , non necessariamente legati al genere maschile e femminile o alla procreazione del figlio.
Fatto salvo, quindi, che una coppia omosessuale maschile, deve avvalersi di una “ donazione d’utero” e fatto salvo che il legislatore può “non considerare la cosa legale”, l’adozione del figlio
del partner o l’adozione tout court, è da considerarsi una” realtà”, non necessariamente una devianza e/o un danno per l’ adottato.
Il legislatore, quindi, dovrebbe insistere non sul concetto di famiglia legata al genere, ma sui diritti del minore, con conseguente monitoraggio di una eventuale famiglia omosessuale o “non tradizionale”, per proteggere la crescita armonica del bambino che, al bisogno, potrebbe
richiedere la presenza e l’aiuto di una figura femminile nel caso di una coppia omo-maschile, oppure di una figura maschile nelle coppie omo-femminili.
Alla luce di queste risultanze, diventa mandatario investire da parte dello stato in formazione genitoriale permanente, a tutt’oggi totalmente latitante. In Francia esiste l’ école des parents, struttura dotata di professionisti che, oltre che formare, monitorano i “ richiedenti aiuto” e validano la loro capacità genitoriale e, quindi, l’ idoneità ad educare un minore.
L’insegnamento della genitorialità rimane confinato nelle università , come cultura finalizzata alla formazione di un professionista; dovrebbe , invece , essere offerto alle coppie o agli individui che desiderano formare un nucleo familiare.
La formazione permanente alla genitorialità diventa oggi fondamento e strumento scientifico-pratico per il ruolo che ciascuna persona desidera svolgere nella futura famiglia, a vantaggio dell’ armonia della stessa e dei minori che in essa si formeranno.
Stiamo assistendo, oggi, all’affermarsi in una realtà digitale di un individuo che sta modificando i comportamenti tradizionali: è pluri-lingua, è connesso con tutto il mondo, non è più legato rigidamente ai bio- ritmi, esprime tendenze pulsionali bi- sessuali, non orientate necessariamente ad un genere o al genere opposto.
Il prossimo futuro ci consegnerà scoperte scientifiche impensabili o inimmaginabili oggi , quali : posizionamenti intra-cerebrali di microchip stimolanti o inibenti facoltà cognitive o emozionali, riarrangiamenti genetici, bio-adattamenti alle macchine, implementazione di facoltà a tutt’oggi trascurate o abbandonate nella scala evolutiva , quale la telepatia.
La simbiosi uomo-macchina è alle porte. Il futuro, che si affaccia, non fa paura ai nativi digitali, liberati, però, dalla compulsività attuale.
Gli analogici, ancorati ad un vissuto ormani pericolante, esprimono comportamenti di paura, di sgomento rispetto ad una realtà troppo complessa da gestire , ad una accelerazione del nuovo ritenuta incontrollabile e ad una inadeguatezza ad adeguarsi al cambiamento esistenziale.
Per vivere nella complessità necessita saper sceglierne i vantaggi , coniugando i personali ai sociali e gestirne l’ invasività. Insiste l’evidenza che il mondo degli analogici, per una necessità anagrafica, finirà.
Non ci rimane che la speranza legata ad una creatività intelligente, libera da angosce e paure soverchianti , generatrice e foriera, al contrario, di una “ relazione buona”. Come direbbe Agostino: orientata al “ frui” non all’ “ uti”.
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